Anno 2018 - Centro Studi Storici Maceratesi - Macerata

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Anno 2018

INCONTRI E PRESENTAZIONI
Ricordo di Giorgio Pagnanelli

Il Centro Studi Storici Maceratesi, su invito della famiglia Liverani, ricorda il maceratese Giorgio Pagnanelli, primo funzionario italiano all’ONU.
La manifestazione si terrà martedì 16 ottobre, alle ore 16,30, presso la Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata.
Il programma prevede una introduzione del presidente del Centro Studi, prof. Alberto Meriggi, a cui seguirà la relazione della prof.ssa Annarita Liverani, nipote di Pagnanelli, e a seguire brevi testimonianze di Adriano Ciaffi, Andrea Angeli, Maurizio Verdenelli e Alfredo Cesarini.
Giorgio Pagnanelli (1929-2004) negli anni ’60 e ’70 del Novecento era considerato il maceratese più famoso nel mondo dopo Padre Matteo Ricci. Poco dopo la laurea in Giurisprudenza, conseguita a Macerata nel 1952, vinse una borsa di studio internazionale alla Fletscher School of low and diplomacy, prestigiosa scuola americana di diplomazia, dove conobbe e divenne amico di Bob Kennedy. Nel 1956 vinse un concorso ed entrò all’ONU nella Divisione dei diritti dell’uomo. Ebbe inizio così la sua brillante carriera costituita soprattutto da importanti missioni diplomatiche nel corso delle quali ebbe contatti con i grandi personaggi politici del mondo in quell’epoca. Dal 1960 al 1962 venne inviato in missione nel tormentato Congo durante la quale gli venne affidata la speranza di salvare i tredici aviatori italiani prigionieri dei congolesi, ma poi trucidati perché scambiati per paracadutisti belgi. Pagnanelli ebbe anche il triste incarico di riportare i resti martoriati in Patria.
Nel 1964 invitò a Macerata il suo amico August Bellanca, il titolare degli aerei Bellanca, convincendolo a costruire
nel Maceratese una fabbrica di plastica vetrosa per aerei da turismo. Il marchese Castellani concesse gratuitamente un suo terreno a Treia. Non se ne fece nulla perché la Cassa del Mezzogiorno garantiva condizioni fiscali migliori. Nel 1965 fu nominato assistente di Amintore Fanfani, primo e ancora unico italiano presidente dell’Assemblea dell’ONU. Nello stesso anno organizzò il primo viaggio, con discorso, di un papa, Paolo VI, alle Nazioni Unite. Nel 1968 fu nominato assistente del Segretario Generale U Thant nella Conferenza di Teheran sui diritti dell’uomo. Fino al 1976 è vissuto a New York, vicino al Palazzo di Vetro, sempre impegnato ad occuparsi di missioni diplomatiche in tutto il mondo. Nel 1976 fu nominato ambasciatore dell’ONU per l’Italia e Malta e si trasferì a Roma.
Ha ricevuto numerose onorificenze di prestigio e tra le più importanti quelle di Cavaliere di Gran Croce, di Grande Ufficiale e di Cavaliere della Repubblica.
Dopo il pensionamento è vissuto tra Roma e Macerata, assumendo vari incarichi, e nel 1993 venne eletto primo presidente della Cassa di Risparmio di Macerata. Si è spento a Roma nel 2004.

Venerdì 21 settembre, presso la Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata, il Centro Studi Storici Maceratesi ha organizzato un incontro con lo studioso di Araldica civica Mario Carassai del Centro Italiano di Studi Vessillologici e membro del Gruppo Italiano di Araldica civica. Carassai terrà una conferenza sul tema: “Le Marche sugli scudi. L’evoluzione dell’Araldica civica nei Comuni del Maceratese. Sigilli, stemmi, vessilli, santi e giacobini”.
L’Araldica civica è conosciuta come la disciplina che, in sostegno della storia, studia soprattutto gli stemmi, detti anche armi o scudi, che appartengono a famiglie o a enti, indaga sulla loro origine, ne spiega la simbologia delle figure che li compongono, ne descrive e cataloga gli elementi grafici utilizzati.
Il presidente prof. Alberto Meriggi ha sottolineato che il Centro Studi Storici Maceratesi ha voluto organizzare una conferenza sulle novità scientifiche riguardanti l’Araldica dei nostri territori perché la regione Marche, con i suoi Comuni, possiede un grande patrimonio riguardante l’Araldica civica, talmente importante per qualità e quantità da collocarla in prima fila non solo in Italia, ma perfino in Europa. E nelle Marche la provincia di Macerata è quella che più delle altre possiede un patrimonio araldico e sfragistico di notevole interesse storico e artistico.
I segni che hanno caratterizzato e caratterizzano le Comunità marchigiane e del Maceratese (bandiere, stemmi, sigilli, scudi, ecc.) sono addirittura entrati a far parte della storia dell’arte attraverso affreschi, tele e pale di grandi artisti come il De Magistris, Gentile da Fabriano, il Pagani, il Lotto ed altri. Un patrimonio, però, poco
conosciuto e non pienamente valorizzato.  Meriggi ha sottolineato anche che nei secoli l’Araldica civica è stata vittima della politica, della nobiltà e delle mode che spesso ne hanno profondamente modificato i segni, trasformandoli, e perfino cancellandoli, dando ad essi significati non appartenenti alla loro origine. Gli studi di Mario Carassai riscoprono in molti casi gli antichi significati e i colori originali di tanti segni riguardanti i nostri Comuni.



“Il viale dei gelsi” di Lena Acquaticci è un racconto autobiografico dei primi diciannove anni di vita dell’autrice, originaria di Treia e tuttora residente nel nostro territorio. Un racconto scritto come un romanzo, ma anche un libro di storia locale, perché riferisce di personaggi noti e di fatti accaduti a Treia e nei dintorni. Il racconto propone uno spaccato di vita negli anni ’40 e ’50 a molti sconosciuto.
Martedì 10 aprile presso il Teatro della Società Filarmonico Drammatica di Macerata si è svolta la presentazione del volume di Silvano Iommi, Mariella Troscé e Gianfranco Pasquali FONTI FONTANE LAVATOI FONTANILI, Le acque nel Comune di Macerata.
Sono intervenuti, insieme agli Autori, Alberto Meriggi e Angiola Maria Napolioni.
Presentata l'opera di Donatella Fioretti
Dalle Marche all’Europa. Il Diario di Elisabetta Bruti Liberati in viaggio per Londra
Mercoledì 7 marzo 2018, alle ore 17, nella Sala Castiglioni della Biblioteca Mozzi-Borgetti di Macerata, il Centro Studi Storici Maceratesi ha presentato il libro della prof.ssa Donatella Fioretti, dal titolo: Dalle Marche all’Europa.
Il Diario di Elisabetta Bruti Liberati in viaggio per Londra (1851), pubblicato da EUM.
Sono intervenuti, oltre all’Autrice, le professoresse Maria Ciotti e Augusta Palombarini e il prof. Alberto Meriggi che ha condotto la manifestazione.
La prof.ssa Fioretti si è imbattuta casualmente nella Mozzi-Borgetti nel Diario di viaggio della gentildonna maceratese Elisabetta Ricci, moglie di Giambattista Bruti Liberati. Catturata dal fascino del manoscritto, di ben 523 colonne, e soprattutto dal lontano mondo europeo che evocava, lo ha trascritto per intero e gli ha dedicato un attento studio, volto soprattutto a scoprire la figura di Elisabetta, le sue origini, i suoi dati anagrafici, la sua figura di donna, tutti elementi che il Diario non rivelava. Con una esplorazione appassionante delle carte d’archivio Donatella Fioretti è riuscita a gettare sprazzi di luce su un personaggio molto interessante, protagonista di una vita all’epoca per molte donne assolutamente impossibile. Utili allo scopo sono state soprattutto due lettere che la Fioretti ha rinvenuto nell’Archivio privato della famiglia Compagnoni Marefoschi. Merito dell’Autrice avere riportato alla luce un diario di viaggio che descrive minuziosamente luoghi, cose, usanze che rimandavano ad un passato che ormai non c’è più. Elisabetta nel 1851 parte da Macerata per un lungo viaggio alla volta di Londra, con al fianco il marito e il cognato, ha solo fini di conoscenza e di svago e vuole scoprire un mondo nuovo radicalmente diverso dal suo. Il viaggio diventa un continuo confronto tra l’ambiente di Macerata e l’Europa che, comunque, rafforza in Elisabetta la propria identità come “italiana”.
 
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